GIOVINAZZO

Giovinazzo è un centro costiero in provincia di Bari e dista circa 20 km dal capoluogo. L’incanto del suo borgo medievale, con le sue stradine tortuose, e la mole della cattedrale si uniscono al fascino della scogliera adriatica e fanno di Giovinazzo un lembo di Puglia da scoprire e da ammirare. Dall’antichissimo Dolmen, sommerso da un mare di ulivi, agli austeri palazzi nobiliari, la storia di Giovinazzo è passata attraverso i millenni.Nella sua storia la città ha legato la sua esistenza a tre nomi, Natiolum, Juvenatium e Giovinazzo, corrispondenti ad altrettanti periodi storici, il romano, il medievale ed il moderno.
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LA ROMANA NATIOLUM

Uscito dallo smembramento del vastissimo territorio della eroica Canosa, ultimo baluardo della resistenza pugliese contro i Romani, un gruppo di famiglie si ricompose su di una serra di scogli in riva al mare verso la fine della Repubblica Romana, ed in ricordo del luogo di provenienza “in finibus Nitii”, ossia nel tenimento di Nizio (probabile veterano romano di guerra), si diede il nome di Natiolum, un diminutivo che ne rispecchiava le minuscole dimensioni.
Durante le invasioni barbariche la località, forse per la sua posizione strategica e logistica, fu risparmiata dalle rovine, giacché nel sec. VI meritò l’elevazione a Diocesi.
L’ultima citazione della città col nome di Natiolum si trova nell’Anonymi Ravennatis Cosmographia di fine secolo VII.
Natiolum giace seppellita sotto la Juvenatium, e compressa fra l’antica emergenza degli scogli e l’attuale livello stradale.
Si tratta di un'enorme intercapedine dello spessore di circa 10 metri, frazionata in numerosi pozzi e scantinati, della cui esistenza fanno fede la Cripta della Cattedrale con l’attiguo cimitero e le profonde strutture murarie che reggono il Palazzo Ducale.


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LA MEDIEVALE GIOVINAZZO

 

La storia tace sul passaggio da Natiolum a Juvenatium, la cui storia è stata lunga ben 10 secoli, fatta di alti e bassi, di gioie e di dolori, di splendori e di miserie.

All'epopea normanna ed allo sfolgorio svevo fanno da contraltare la dura dominazione degli Angioini, degli Aragonesi e dei Borboni, trasformatisi tutti in autentici boia per punire Giovinazzo e la Puglia, con le carceri, le espropriazioni, l'abbandono, l'analfabetismo e la esosità fiscale.
Al secolo XVIII la città, ridotta ad appena 4500 abitanti, giunse allo stremo delle forze.
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LA MODERNA GIOVINAZZO

Nel 1797 si verificò un episodio imprevisto, decisivo per l’avvenire della città.
I sovrani di Napoli, Ferdinando IV e Maria Carolina, avevano deciso di visitare la Cattedrale di Giovinazzo, posta sull’estremo limite dell’antico abitato, di fronte al mare, nonostante la sua difficile accessibilità.
Per festeggiare la circostanza, la città raccolse 270 ducati, restrinse l’insenatura portuale colmandola di terriccio, la spianò e ne ricavòun vasto piazzale chiamato Borgo.
E dalla seconda metà dell’800 le famiglie private imitarono l’esempio dei Domenicani, che nel 1704 avevano edificato il loro grandioso Convento fuori della città, in aperta campagna, ed ai limiti della insenatura portuale, costruendo palazzi ed allineandoli attorno al Borgo: l’esodo era ormai iniziato e gettò le basi per una nuova espansione cittadina a forma di ventaglio aperto da levante a ponente.
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VISITA DELLA CITTA'

Partendo dalla centrale Piazza Vittorio Emanuele e dirigendosi verso il lato destro del Palazzo Comunale, ci si trova nella piazzetta Umberto I con il Palazzo del Capitano del Popolo e l’Arco Traiano, così chiamato per le quattro colonne militari in esso inserite.

  Arco Traiano  


Attraversato l’arco, il visitatore si immette in Piazza Costantinopoli, dove può osservare la cinquecentesca Chiesa dedicata alla Madonna di Costantinopoli.

                                                                                 Chiesa di Santa Maria di Costantinopoli

Continuando per via Cattedrale, subito a destra si incrocia vico Freddo, dove recenti restauri hanno evidenziato strutture trecentesche diventate tra gli angoli più belli del Centro Storico.
Proseguendo, a destra, la chiesetta di S. Andrea, più avanti, a sinistra, il settecentesco palazzo De Risis, attualmente Marziani, offre, sull’angolo di risvolto, un delizioso angelo, mentre a fianco svetta il campanile a vela dell’antica chiesa del Carmine, all’interno pregevoli dipinti.

Sulla destra, lungo via Lecce, palazzo Vernice del sec. XVI (dove è custodito un prezioso frammento lapideo, del XIII secolo attestante la Cresima amministrata nel 300 d.C. a 99 figli di Giovinazzo) e piazza Meschino. Tornando su Via Cattedrale l’ultimo arco lascia intravedere lo splendido portale del Duomo (sec. XII).
Demolita e ricostruita parzialmente nel 1747, la Cattedrale è stata sostanzialmente modificata nelle tre navate e soprattutto all’esterno, dove sono evidenti i due corpi: romanico e barocco. All’interno conserva dipinti di notevole interesse, oltre ad una Croce reliquiaria del XV sec. ed una bella cassetta d’avorio di arte bizantina del X-XI sec.

                                                                                                                            Cattedrale e Palazzo Ducale
 

Nella stessa piazza il solenne e maestoso Palazzo Ducale (1657) con l’ampia corte e la magnifica balconata prospiciente il mare.
Proseguendo per via San Giacomo si fiancheggia il Palazzo Lupis (XIII sec.), si intravedono i resti del Palazzo Zurlo e si incontra la chiesa di S. Giovanni Battista con l’annesso ex Monastero delle Benedettine (XI sec.). Girando a destra per via Spirito Santo, oltre al Palazzo Gramigna dalle linee sobriamente barocche, troviamo l’omonima Chiesa che fu edificata dal giovinazzese Pavone Griffi nel 1397. La Chiesa, di notevole bellezza architettonica tardo romanica, presenta un caratteristico sistema di copertura che vede le calotte emisferiche contenute da strutture piramidali, realizzate alla maniera dei trulli. Elegante il campanile a vela a doppio fornice e la facciata ingentilita dallo stemma di papa Bonifacio IX e da una cornice di archetti trilobati.
Attraversando gli archi e fiancheggiando il Palazzo Griffi (sec. XIV), il visitatore si trova di fronte alla chiesetta di San Lorenzo (sec. XIV). Piegando poi a sinistra, si scorgerà sulla destra, la Corte De Ritiis, la più suggestiva corte nobiliare del Centro Storico.
Proseguendo lungo Via Gelso dopo Vico Sagarriga, prima dell’arco, si incontrerà lo stupendo Palazzo Saraceno di forme rinascimentali del XV secolo, costruito ad angolo tra Via Gelso e Via San Giuseppe.
Dopo Via San Giuseppe, scendendo per Via S. Maria degli Angeli e subito dopo la Chiesa si ammira, sulla destra, l’imponente vetusta Casa-torre Spinelli. Edificata verso il XIII secolo, ricca di spaziose sale, belle finestre bifore, l’alta torre ed un magnifico giardino pensile, fu una delle più ricche dimore della potentissima famiglia.
Al termine della via si ritorna in Piazza Vittorio Emanuele II e qui si può osservare, in tutta la sua mole, l’antico Convento dei Domenicani con la bianca facciata della Chiesa di S. Domenico, in cui, oltre alle tele dei concittadini Giuseppe e Saverio De Musso, si conserva il S. Felice in Cattedra, prezioso dipinto di Lorenzo Lotto (1542).
Il giro per la città potrebbe concludersi con la visita a tre chiese periferiche: S. Maria del Carminiello, la maestosa chiesa neoclassica S. Agostino e la Cappella del SS. Crocifisso ai PP. Cappuccini verso il Cimitero, quest’ultima di maggior interesse.
Una panoramica più completa di Giovinazzo è offerta dalla campagna punteggiata da tante testimonianze. Notevole è il Dolmen, tomba megalitica scoperta nel 1961 e recentemente restaurata e, benché, nella zona, siano più noti quelli di Bisceglie per l’imponenza delle lastre che li compongono, il nostro dolmen ha la caratteristica della maggiore completezza del corridoio con l’aggiunta di una tholos che dà al monumento un’importanza particolare, datato intorno al 1800 a. C.